Troppa energia o troppo poca?
- naturopaticbm
- 20 feb 2022
- Tempo di lettura: 3 min
Ti capita di sentirti super energico e voler fare tante attività tutte insieme?
Ti capita di sentirti senza motivazione e non aver voglia di fare niente?
Questi due tipi di energia sono sempre presenti in noi.

Un tipo di energia spinge verso l’espansione, il cambiamento, la crescita. L’altro tipo di energia tira verso la stasi, il comfort e il mantenimento di quello che si è ottenuto.
Senza uno non si potrebbe crescere e senza l’altro non si potrebbe assaporare quello che si raggiunge.
Quando una delle due energie è in eccesso e l’altra in difetto, sperimentiamo momenti di estrema euforia o prolungata anergia.

Tali forze sono in costante dialogo ed interazione, di conseguenza è normale sperimentale.
Conoscere ed imparare a riconoscere queste due energie può aiutarci nel mantenere o ripristinare un equilibrio tra le due.
È importante comprenderne la dinamica e non considerare l’una come più utile dell’altra.
Entrambe sono necessarie ed entrambe esistono per un motivo ben preciso.
Nel loro lavoro sono complementari e non solo opposte. Lavorando in sinergia aiutano quindi l’organismo a svolgere al meglio le sue funzioni.
Vi invito ad immaginare la linea centrale nel gioco del tiro alla fune. L’obbiettivo è portare la linea dalla parte di una delle squadre per poter vincere.
Anche in natura queste due energie si concentrano a portare la linea centrale verso di sé. Ovvero si concentrano a fare il loro lavoro.

La grande differenza è che vi è un sistema di regolazione che modula entrambi le parti con l’obbiettivo di mantenerle attive nel loro compito senza che una sovrasti l’altra.
In natura la missione è svolgere le funzioni necessarie al mantenimento della vita sprecando le risorse a disposizione il meno possibile. Questo accade quando si riesce a mantenere la linea il più possibile vicino al centro.
[È importante considerare che il centro può cambiare in base alle circostanze
e che non esiste un centro uguale per tutti.]
Conoscere il proprio centro personale in base al momento diventa un punto di riferimento per gestire il cambiamento.
La motivazione ad esempio è una spinta che viene dal bisogno e/o desiderio di ritornare ad uno stato di equilibrio. Quando infatti lo stato di omeostasi ottenuto viene “disturbato”, il corpo lavora attivamente per creare un nuovo stato di omeostasi.
Con questo esempio si capisce quanto sia importante l’elemento di disturbo, per creare movimento e di conseguenza crescita.
Si può reagire troppo all’elemento di disturbo e si può non reagire abbastanza.
Da un lato si va verso l’eccessivo utilizzo e quindi l’esaurimento delle proprie energie. Il bisogno di fare per forza qualcosa, la sensazione di urgenza e l’esperienza di ansia al pensiero dell’attività.
Dall’altro si va verso la carenza azione e l’esperienza di intorpidimento. La perdita di sensibilità riguardo quello che sta succedendo, la mancanza di interesse e di energia per aspetti che normalmente stimolerebbero una risposta nella persona.
Tali esperienze vengono vissute anche contemporaneamente.
Cosa si può fare?

1. Comprendere la propria unicità, conoscersi e capire di cosa si ha bisogno in quel momento senza paragonarsi agli altri.
2. Considerare che la condizione attuale è lì per un motivo e stiamo facendo del nostro meglio per renderla un’opportunità, quindi evitare il senso di colpa o il senso di vergogna.
3. Riflettere sul come si è arrivati a questo punto e quali possono essere quei nodi che non sono stati affrontati.
4. Affrontarli. Farlo con amore, gentilezza, empatia e accettazione.
I passi appena citati sono concetti ampli e generali. Consiglio di esplorarli e considerare sempre la possibilità di iniziare un percorso con un professionista.
Il Naturopata prende in considerazione non solo aspetti che riguardano l’esperienza e l’ambiente della persona ma anche aspetti pratici della quotidianità, lo stile di vita, lo stile alimentare, e rimedi naturali. Tutto questo con l’obbiettivo di accompagnare la persona in questo momento della sua vita.
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